
“...Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati ed oppressi da un lato,
privilegiati ed oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri...”
da: “L’obbedienza non è più una virtù” don Lorenzo Milan
i
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E’ finita l’ondata emotiva dei commenti sui risultati elettorali regionali che già sono cominciate le liti tra chi dice di aver vinto e tra chi ha perso. Noi vogliamo qui fare una semplice constatazione: a OME il PD è ancora il primo partito con i suoi 441 voti sui 1.771 voti espressi. Non abbiamo festeggiato in allegria perché siamo consapevoli di stare in una situazione politica difficile, i risultati complessivi sono per noi negativi e necessita una ripresa di iniziativa politica che faccia capire e convinca i cittadini che le politiche non sono tutte uguali, quali sono le nostre idee e i nostri programmi, che siamo il partito del lavoro, della difesa della Costituzione repubblicana, contro i privilegi dei pochi e che dà una risposta nuova sulle autonomie in una rinnovata unità nazionale. C’è molto da fare e la accentuata distanza dalla politica da parte di molti cittadini lo dimostra. Il risultato locale ci conferma che l’impegno serve a ottenere buoni risultati. Ma per fare un esempio significativo che le politiche non sono tutte uguali basti vedere cosa è successo nell’ultimo consiglio comunale di Ome dell’ 8 aprile scorso. Il rappresentante del centro-destra ha votato contro un ordine del giorno che sollecitava il Ministero della Pubblica Istruzione a versare 150.000 euro all’Istituto comprensivo locale (somma di tre anni di mancati pagamenti) perché veniva ribadito il sostegno alla scuola pubblica. Ha inoltre votato contro la modifica dello Statuto comunale che ha previsto il riconoscimento dell’acqua come bene pubblico fondamentale per la vita dell’uomo. I due provvedimenti sono stati approvati dal PD e dalla maggioranza consigliare. Questi atteggiamenti politici, accanto a tanti comportamenti discriminatori che si stanno continuamente manifestando non solo nella nostra provincia, sono i veri indicatori di quali politiche sono portatori la Lega e il Centro destra. Il PD non è il partito della conservazione ma del cambiamento ma cambiare deve significare poter migliorare sapendo di essere in presenza di gravi problemi economici e sociali che investono gli equilibri europei e mondiali. Proporre (come fanno i leghisti) di insegnare il dialetto nelle nostre scuole mentre tutto il mondo usa l’inglese come seconda lingua, è un altro degli indicatori di come si vogliono affrontare le cose. Noi vogliamo concorrere a evitare che si corra veloci verso il terzo o quarto mondo.
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IL PD E’ IN PIEDI
E’ finita l’ondata emotiva dei commenti sui risultati elettorali regionali che già sono cominciate le liti tra chi dice di aver vinto e tra chi ha perso. Noi vogliamo qui fare una semplice constatazione: a OME il PD è ancora il primo partito con i suoi 441 voti sui 1.771 voti espressi. Non abbiamo festeggiato in allegria perché siamo consapevoli di stare in una situazione politica difficile, i risultati complessivi sono per noi negativi e necessita una ripresa di iniziativa politica che faccia capire e convinca i cittadini che le politiche non sono tutte uguali, quali sono le nostre idee e i nostri programmi, che siamo il partito del lavoro, della difesa della Costituzione repubblicana, contro i privilegi dei pochi e che dà una risposta nuova sulle autonomie in una rinnovata unità nazionale. C’è molto da fare e la accentuata distanza dalla politica da parte di molti cittadini lo dimostra. Il risultato locale ci conferma che l’impegno serve a ottenere buoni risultati. Ma per fare un esempio significativo che le politiche non sono tutte uguali basti vedere cosa è successo nell’ultimo consiglio comunale di Ome dell’ 8 aprile scorso. Il rappresentante del centro-destra ha votato contro un ordine del giorno che sollecitava il Ministero della Pubblica Istruzione a versare 150.000 euro all’Istituto comprensivo locale (somma di tre anni di mancati pagamenti) perché veniva ribadito il sostegno alla scuola pubblica. Ha inoltre votato contro la modifica dello Statuto comunale che ha previsto il riconoscimento dell’acqua come bene pubblico fondamentale per la vita dell’uomo. I due provvedimenti sono stati approvati dal PD e dalla maggioranza consigliare. Questi atteggiamenti politici, accanto a tanti comportamenti discriminatori che si stanno continuamente manifestando non solo nella nostra provincia, sono i veri indicatori di quali politiche sono portatori la Lega e il Centro destra. Il PD non è il partito della conservazione ma del cambiamento ma cambiare deve significare poter migliorare sapendo di essere in presenza di gravi problemi economici e sociali che investono gli equilibri europei e mondiali. Proporre (come fanno i leghisti) di insegnare il dialetto nelle nostre scuole mentre tutto il mondo usa l’inglese come seconda lingua, è un altro degli indicatori di come si vogliono affrontare le cose. Noi vogliamo concorrere a evitare che si corra veloci verso il terzo o quarto mondo.
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Vogliamo dire grazie a chi si impegna per l’uomo, per ogni uomo, per la sua dignità che non ha colore, religione, razza. Grazie a chi costruisce mettendoci del suo, sporcandosi le mani senza chiedere appoggi, privilegi alcuni se non quello di servire l’altro, chiunque egli sia con la passione e la dedizione di un bambino. Grazie a chi non si fa comprare, a chi non vende la propria coscienza per avere vantaggi, a chi trova ancora la forza, nonostante tutto, di indignarsi, di reclamare per tutti più umanità.
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Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che non sono comunista. Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati.
Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni miserevoli. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino...).
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo? Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti urlare, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i
valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il commercio.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare partito dell’amore? Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia? So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni '70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala? E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi? Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in
quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli. E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce lo volessero più cambiare?
Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico.
Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa. Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del grande fratello.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo.
L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
“IO NON CI STO”
(Lettera di un cittadino di Adro in risposta alla scelta del sindaco leghista)
(Lettera di un cittadino di Adro in risposta alla scelta del sindaco leghista)
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che non sono comunista. Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati.
Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni miserevoli. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino...).
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo? Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti urlare, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i
valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il commercio.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare partito dell’amore? Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia? So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni '70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala? E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi? Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in
quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli. E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce lo volessero più cambiare?
Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico.
Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa. Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del grande fratello.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo.
L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
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in Italia può succedere anche questo
UNA INCREDIBILE GIORNATA AL SENATO
SONO SOLO BRAVI A PRENDERSELA CON
I BAMBINI E I DEBOLI. COMPLIMENTI DAVVERO!!!
in Italia può succedere anche questo
UNA INCREDIBILE GIORNATA AL SENATO
Mercoledì 14 aprile è stato davvero grande Francesco Rutelli quando nel corso del dibattito al Senato sui Cambiamenti Climatici ha presentato una mozione del tutto particolare: un testo copiato di sana pianta dal documento conclusivo del vertice G8 dell’Aquila scritto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e approvato dai grandi della terra.
Conclusione?
La maggioranza e il governo non se ne sono accorti e l’hanno contestato in più punti. Che spettacolo!
Che bello sarebbe stato vedere i volti degli oppositori quando da lì a poco Rutelli, intervenendo nuovamente in aula, ha svelato la trappola. Si sono opposti alle parole del “Capo” ingannati dal fatto che sono state lette da uno dell’opposizione; è possibile? Non è incredibile?
Dopo quanto accaduto sorge spontanea una domanda: ma questi della maggioranza hanno un pensiero, un progetto, una linea politica, una prospettiva sociale che riesca ad andare oltre ai diktat del loro leader? Hanno coraggio di dire come la pensano, liberi finalmente da quegli umilianti “obbedisco al capo”, espressione di cui sono insigni maestri i nostri ministri del nord?
Sapete poi com’è andato a finire il dibattito in aula? La maggioranza leccandosi frettolosamente le ferite e proseguendo come se nulla fosse accaduto, ha approvato la mozione D’Alì, dal nome del senatore PdL che l’ha presentata, un testo che costringe il governo ad adoperarsi per rivedere gli accordi del pacchetto climatico della Ue che entro il 2020 prevede di abbattere le emissioni inquinanti del 20%.
Avete capito com’è andata a finire? Oltre al danno subito, ci hanno voluto consegnare anche la beffa.
Vogliono prendere le distanze da un testo cardine della politica europea firmato da tutti i leader dei 27 (Berlusconi in primis) e che intende essere uno strumento preciso e necessario per rimodernare il sistema industriale europeo e per contrastare efficacemente lo strapotere asiatico.
Sono capaci solo di guardare indietro e di essere sempre un freno ad ogni cambiamento. Sono europeisti quando il loro capo va in Europa. Sanno essere spudoratamente provinciali invece, rinnegando ogni impegno antecedentemente preso, quando i loro capi sono oltre Po indaffarati a confezionare sempre nuove idee, slogan che durano lo spazio di una battuta ( Brunetta insegna). A quando una ribellione?
MA CHE CI STIAMO A FARE ?
Conclusione?
La maggioranza e il governo non se ne sono accorti e l’hanno contestato in più punti. Che spettacolo!
Che bello sarebbe stato vedere i volti degli oppositori quando da lì a poco Rutelli, intervenendo nuovamente in aula, ha svelato la trappola. Si sono opposti alle parole del “Capo” ingannati dal fatto che sono state lette da uno dell’opposizione; è possibile? Non è incredibile?
Dopo quanto accaduto sorge spontanea una domanda: ma questi della maggioranza hanno un pensiero, un progetto, una linea politica, una prospettiva sociale che riesca ad andare oltre ai diktat del loro leader? Hanno coraggio di dire come la pensano, liberi finalmente da quegli umilianti “obbedisco al capo”, espressione di cui sono insigni maestri i nostri ministri del nord?
Sapete poi com’è andato a finire il dibattito in aula? La maggioranza leccandosi frettolosamente le ferite e proseguendo come se nulla fosse accaduto, ha approvato la mozione D’Alì, dal nome del senatore PdL che l’ha presentata, un testo che costringe il governo ad adoperarsi per rivedere gli accordi del pacchetto climatico della Ue che entro il 2020 prevede di abbattere le emissioni inquinanti del 20%.
Avete capito com’è andata a finire? Oltre al danno subito, ci hanno voluto consegnare anche la beffa.
Vogliono prendere le distanze da un testo cardine della politica europea firmato da tutti i leader dei 27 (Berlusconi in primis) e che intende essere uno strumento preciso e necessario per rimodernare il sistema industriale europeo e per contrastare efficacemente lo strapotere asiatico.
Sono capaci solo di guardare indietro e di essere sempre un freno ad ogni cambiamento. Sono europeisti quando il loro capo va in Europa. Sanno essere spudoratamente provinciali invece, rinnegando ogni impegno antecedentemente preso, quando i loro capi sono oltre Po indaffarati a confezionare sempre nuove idee, slogan che durano lo spazio di una battuta ( Brunetta insegna). A quando una ribellione?
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Il Partito Democratico di Ome è una componente della lista PROGETTO DEMOCRATICO che si è presentata alle ultime elezioni comunali e certamente ne è una delle componenti essenziali, che ora in Consiglio Comunale svolge il ruolo di opposizione.
Tra i pochi compiti che il sistema concede all’opposizione c’è quello di raccogliere le istanze, le lamentele, gli umori della popolazione per portarli a conoscenza del dibattito pubblico e delle autorità preposte alla soluzione dei problemi.
Questo era e resta l’intento del volantino periodico del PD di Ome, che ha raccolto un malessere della gente per lo spostamento degli ambulatori medici a Rodengo il giovedì e lo ha portato a conoscenza dell’intera opinione pubblica e soprattutto delle autorità competenti.
Non era nostra intenzione offendere i medici, che come tutti i lavoratori è giusto che facciano anche il loro interesse, inoltre riteniamo di non aver usato espressioni offensive o lesive dell’altrui reputazione.
Nostro compito è fare domande e cercare di ottenere risposte da chi è in grado di darci delle risposte; è il minimo che la democrazia ci concede. Le domande non sono affermazioni, sono solo domande e richiedono risposte
Certamente non è compito di un partito di opposizione spiegare alla gente chi ha deciso e per quali motivi si tengono gli ambulatori medici a Rodengo per un giorno alla settimana.
I medici di famiglia sono dipendenti pubblici, pagati con denaro pubblico. Riteniamo che tra i loro compiti ci possa essere anche quello di tenere informati i loro assistiti di tutte le variazioni che intervengono nell’organizzazione della sanità pubblica.
Sarebbe stato sufficiente spiegare alla popolazione con dovuto anticipo le vere motivazioni del provvedimento: chi lo ha deciso, quali sono i vantaggi che alla popolazione ne derivano e gli eventuali oneri o disagi a carico degli stessi medici, anziché esporre un semplice avviso negli ambulatori a decisione presa.
Siamo stati minacciati di querela, tacciati di usare metodi da regimi passati e di essere degli ignoranti per aver fatto ciò che noi riteniamo un semplice uso quotidiano della democrazia, che assegna ad ogni componente sociale i propri compiti non ultimo e forse il più scomodo, quello di vegliare sempre affinché i diritti di tutti siano tutelati.
Se le nostre parole sono state mal interpretate e ritenute offensive ci scusiamo con i medici locali, chiarendo che il PD non è fatto di fanatici incoscienti.
Ci riteniamo persone serie e dedite al bene pubblico sotto svariate forme, dal volontariato silenzioso alle iniziative culturali, sociali, ricreative, ambientali finalizzate al bene del paese.
Ogni pezzo pubblicato da “PARTECIPAZIONE”, periodico del PD di Ome, è approvato dal suo Direttivo che ne è direttamente responsabile; con ciò si spiega perché gli articoli sono tutti anonimi.
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Tra i pochi compiti che il sistema concede all’opposizione c’è quello di raccogliere le istanze, le lamentele, gli umori della popolazione per portarli a conoscenza del dibattito pubblico e delle autorità preposte alla soluzione dei problemi.
Questo era e resta l’intento del volantino periodico del PD di Ome, che ha raccolto un malessere della gente per lo spostamento degli ambulatori medici a Rodengo il giovedì e lo ha portato a conoscenza dell’intera opinione pubblica e soprattutto delle autorità competenti.
Non era nostra intenzione offendere i medici, che come tutti i lavoratori è giusto che facciano anche il loro interesse, inoltre riteniamo di non aver usato espressioni offensive o lesive dell’altrui reputazione.
Nostro compito è fare domande e cercare di ottenere risposte da chi è in grado di darci delle risposte; è il minimo che la democrazia ci concede. Le domande non sono affermazioni, sono solo domande e richiedono risposte
Certamente non è compito di un partito di opposizione spiegare alla gente chi ha deciso e per quali motivi si tengono gli ambulatori medici a Rodengo per un giorno alla settimana.
I medici di famiglia sono dipendenti pubblici, pagati con denaro pubblico. Riteniamo che tra i loro compiti ci possa essere anche quello di tenere informati i loro assistiti di tutte le variazioni che intervengono nell’organizzazione della sanità pubblica.
Sarebbe stato sufficiente spiegare alla popolazione con dovuto anticipo le vere motivazioni del provvedimento: chi lo ha deciso, quali sono i vantaggi che alla popolazione ne derivano e gli eventuali oneri o disagi a carico degli stessi medici, anziché esporre un semplice avviso negli ambulatori a decisione presa.
Siamo stati minacciati di querela, tacciati di usare metodi da regimi passati e di essere degli ignoranti per aver fatto ciò che noi riteniamo un semplice uso quotidiano della democrazia, che assegna ad ogni componente sociale i propri compiti non ultimo e forse il più scomodo, quello di vegliare sempre affinché i diritti di tutti siano tutelati.
Se le nostre parole sono state mal interpretate e ritenute offensive ci scusiamo con i medici locali, chiarendo che il PD non è fatto di fanatici incoscienti.
Ci riteniamo persone serie e dedite al bene pubblico sotto svariate forme, dal volontariato silenzioso alle iniziative culturali, sociali, ricreative, ambientali finalizzate al bene del paese.
Ogni pezzo pubblicato da “PARTECIPAZIONE”, periodico del PD di Ome, è approvato dal suo Direttivo che ne è direttamente responsabile; con ciò si spiega perché gli articoli sono tutti anonimi.
SONO SOLO BRAVI A PRENDERSELA CON
I BAMBINI E I DEBOLI. COMPLIMENTI DAVVERO!!!
La corsa della Lega non si è fermata a Montecitorio. Ora vogliono le banche. Le loro intenzioni a lungo andare sembrano essere più economiche che politiche: avere il potere finanziario per decidere, condizionare, imporre... cacciare. L’azione politica invece è debole. I fatti di questi mesi lo dimostrano:
far pagare ai bambini le colpe della crisi economica attuale mettendo a pane e acqua chi non paga la mensa; lasciando giù dal bus scolastico chi non ha il biglietto. (i fatti di Montecchio Maggiore, di Adro, di Verona)
rincorrere poveri cristi facendosi vedere forti solo con i deboli (i fatti di Coccaglio), sceriffi di leggi confezionate a misura del loro “celodurismo”, incapaci di vedere al di là di quei 20, 25 centimetri della loro visione umana e sociale.
Emarginati e bambini , persone cioè che non hanno parola, che non hanno forza dialettica, al cui pensiero non si dà credito. Forse loro vedono in questo la correttezza della loro lotta e la grandiosità poi delle loro vittorie. In fin dei conti, dal loro punto di vista, non è una lotta alla pari?
far pagare ai bambini le colpe della crisi economica attuale mettendo a pane e acqua chi non paga la mensa; lasciando giù dal bus scolastico chi non ha il biglietto. (i fatti di Montecchio Maggiore, di Adro, di Verona)
rincorrere poveri cristi facendosi vedere forti solo con i deboli (i fatti di Coccaglio), sceriffi di leggi confezionate a misura del loro “celodurismo”, incapaci di vedere al di là di quei 20, 25 centimetri della loro visione umana e sociale.
Emarginati e bambini , persone cioè che non hanno parola, che non hanno forza dialettica, al cui pensiero non si dà credito. Forse loro vedono in questo la correttezza della loro lotta e la grandiosità poi delle loro vittorie. In fin dei conti, dal loro punto di vista, non è una lotta alla pari?
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